Come comprendiamo le esperienze che
stiamo vivendo
DIANE
RICHMOND
NOTE E NOTIZIE - Anno XX – 03 giugno
2023.
Testi
pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di
Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie
o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione
“note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati
fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui
argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: RECENSIONE]
L’aspetto più naturale e spontaneo del nostro stare
al mondo è renderci conto e comprendere ciò che ci accade e tutto quanto si
verifica intorno a noi. Diamo per scontato che percepire è sapere e comprendere,
magari facciamo caso alla nostra capacità inferenziale e deduttiva quando un
bambino, per strada, ci chiede il perché di ciò che vede e non capisce. A lungo
non si è considerata questa abilità, anche se si è studiata la memoria
episodica e, particolarmente, quella autobiografica che la sfrutta per
conservare e rievocare la traccia del vissuto. Si è studiata la capacità di
comprensione intelligente della realtà in ogni modo: dall’analisi percettiva al
problem solving, ma solo di recente si è soffermata l’attenzione
sperimentale su come il cervello dei mammiferi sia in grado di fare esperienza episodica
e comprenderla.
Un primo problema reso evidente dall’assunzione di
questa prospettiva può così sintetizzarsi: sebbene noi percepiamo il mondo in
modo continuo, la nostra esperienza è ripartita dal cervello in eventi
discreti. Come si spiega questa apparente contraddizione? La spiegazione operativa
adottata dalla maggior parte dei ricercatori è questa: la specializzazione nella
definizione degli eventi viene successivamente o parallelamente integrata con
informazioni che riconducono l’esperienza episodica a una dimensione
logico-temporale. In altri termini, per dare senso agli eventi dell’esperienza
quotidiana, il nostro cervello li deve ricucire entro una sorta di struttura
narrativa, un modello di eventi in corso di svolgimento.
Lo studio sui roditori può aiutare a riconoscere una
struttura elementare difficile da isolare nella complessità del nostro
encefalo. È stato proposto che tale processo di ricucitura abbia luogo in una
riattivazione neuronica offline, quando i roditori costruiscono modelli
ambientali dello spazio.
Avital Hahamy e colleghi,
studiando il problema nell’uomo, hanno ottenuto risultati rilevanti e
significativi.
(Hahamy A. et al., The human brain reactivates
context-specific past information at event boundaries of naturalistic
experiences. Nature
Neuroscience – Epub ahead
of print doi: 10.1038/s41593-023-01331-6,
2023).
La provenienza degli autori è la seguente: Wellcome Trust Centre for
Neuroimaging, UCL Queen Square Institute of Neurology Department of Neurology,
University College London, London (Regno Unito); School
of Electronic Engineering and Computer Science, Queen Mary University of
London, London (Regno Unito); Language Technology
Laboratory, University of Cambridge (Regno Unito); Wellcome Centre for Integrative Neuroimaging, University of
Oxford, John Radcliffe Hospital, Oxford (Regno Unito).
Avital Hahamy e colleghi, hanno
studiato il problema nel cervello umano, rilevando che i volontari durante la
comprensione di racconti naturali, presentavano al neuroimaging la
riattivazione neurale di rappresentazioni di eventi passati. Similmente all’offline
replay queste riattivazioni di reti neuroniche si verificano nell’ippocampo
e nella rete di default (DMN, da default mode network), dove è
stata verificata la selettività della riaccensione per eventi
rilevanti del passato. All’analisi dei processi è emerso che queste
riattivazioni non hanno luogo durante i periodi prolungati offline, ma ai
confini tra due eventi narrativi in corso.
Questi risultati, replicati da Avital
Hahamy e colleghi in due set distinti e separati di raccolta
di dati di osservazione sperimentale, indicano le riattivazioni quali meccanismi
candidati alla realizzazione del legame di continuità temporale tra
informazioni distanti, realizzando una comprensione coerente dell’esperienza
in atto.
L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e
invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del
sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).
Diane Richmond
BM&L-03 giugno 2023
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